Come si celebra il centesimo anniversario della morte di un benefattore di rilievo come il Conte Gaetano Bonoris, che – ricordiamo – volle destinare il suo ingente patrimonio al sostegno della gioventù delle province di Brescia e Mantova? Facendone l’elogio in termini encomiastici e magnificandone i meriti oppure cercando di capire se la sua intenzione di bene ha trovato realizzazione e mantiene un senso? Questi interrogativi, per tutto il 2023, ha inteso rammentare la Congrega della carità apostolica, ente amministratore della Fondazione Bonoris, con alcune iniziative per la ricorrenza.
I medesimi toni hanno risuonato nel partecipato incontro svoltosi lo scorso 12 gennaio presso la Sala degli Arazzi della Curia di Mantova. Nel primo intervento, il professor Antonio Porteri ha riassunto i contenuti del suo lungo saggio, recentemente pubblicato, sulla gestione nel periodo dal 1928 al 2000 della Fondazione voluta da Gaetano Bonoris. A muovere la ricerca due esigenze: da un lato verificare, con lo studio puntuale di verbali e bilanci, i criteri e le strategie di conduzione di una impresa di beneficenza della durata secolare; dall’altro esaminare una difficile crisi che, a causa della chiusura dell’Istituto Bonoris per bambini con disabilità in Mompiano, comportò la dolorosa esigenza di interrompere quasi integralmente le erogazioni dell’ente dal 1972 sino al 2002.
A questa fase, particolarmente indagata da Porteri, dopo un’intensa opera di riequilibrio ha fatto seguito negli anni più recenti la riattivazione della beneficenza, disposta da una Commissione in cui sono rappresentati i due Vescovi di Brescia e Mantova e un discendente della famiglia Soncini, alla quale apparteneva la madre di Bonoris. Si tratta di circa 12milioni di euro, con una media costante di 500mila euro l’anno, distribuiti in parti uguali sui due territori a enti e realtà che si occupano di famiglie, minori e giovani; ne ha parlato in dettaglio, nel suo intervento, il direttore della Caritas diocesana di Mantova Matteo Amati.
Nelle conclusioni il Vescovo mons. Marco Busca, che ha ricordato le proprie origini bresciane, ha richiamato il valore di una carità organizzata con sapienza, pensiero e prospettiva anche nei momenti di crisi, con la finalità di moltiplicarne i frutti nel tempo. Nell’esperienza della Fondazione Bonoris ha sottolineato poi la valenza profetica, per aver generato un modello imitato da altri benefattori e per aver scelto di scommettere sul sostegno ai minori e ai giovani. “Una scelta di futuro e di generosa genitorialità – ha detto il Vescovo Marco – di cui anche il nostro tempo ha tanto bisogno”.
La Congrega della Carità Apostolica è una istituzione di beneficenza, privata e di ispirazione cristiana, laica e indipendente. È nata a Brescia nel 1535, prima che fosse celebrato il Concilio di Trento, ma le sue origini risalgono alle confraternite caritative cittadine del Duecento.
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La Congrega della Carità Apostolica è una istituzione di beneficenza, privata e di ispirazione cristiana, laica e indipendente. È nata a Brescia nel 1535, prima che fosse celebrato il Concilio di Trento, ma le sue origini risalgono alle confraternite caritative cittadine del Duecento.
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