Emergenza abitativa a Brescia

Si è recentemente chiuso il bando di assegnazione per 8 alloggi a canone moderato di proprietà della Congrega (in via Mazzucchelli e via Alessandro Monti). 296 sono state le richieste ricevute in un mese, a sottolineare che l’emergenza abitativa è un problema reale in città.

Una caratteristica distintiva della Congrega nel panorama degli enti di erogazione è la solidità, che deriva dalla presenza di un cospicuo patrimonio costituito per lo più da fabbricati e terreni.
Fin qui è un fenomeno quantitativamente significativo ma, tutto sommato, dipendente dalla scala di misurazione e dai termini di raffronto adottati.
A segnalare l’esperienza della Congrega è invece un altro elemento e si tratta della modalità di utilizzo prevalente di tale patrimonio. Niente di nuovo sotto il sole, bensì una prassi reiterata da secoli: la garanzia di un abitare decoroso e accessibile alle fasce più deboli della popolazione.
L’housing sociale comporta infatti investimenti e scelte durature, costi manutentivi e oneri di gestione, per realizzare non solo alloggi ma anche buone condizioni di convivenza. Impiegare in tal modo la parte maggiore del patrimonio significa assumersi il “rischio di impresa” di un’attività, che ha come profitto ultimo il benessere delle persone più fragili e lo sviluppo di una sicurezza di vita che si riverbera sui contesti di vicinato e sulla comunità intera. Vero presidio contro la povertà, il bene della casa è tra le risposte più antiche messe in campo dal Sodalizio; il suo valore aggiunto sta nei talenti che genera e protegge.
Come si è detto, fin dalle origini la Congrega ha individuato all’interno del proprio patrimonio una parte di alloggi da destinare all’assistenza e alla beneficenza. E’ però all’inizio del Novecento che il Sodalizio si fa diretto promotore di alcune corpose edificazioni nel centro storico e nella zona di via Milano incentrate sull’offerta di abitazioni destinate alle classi lavoratrici, di reddito medio-basso e di recente inurbazione.
L’industrializzazione trasforma Brescia e induce bisogni che ricevono come riscontro poderose opere di demolizione (si pensi alle mura) e altrettanto massicce imprese di costruzione. La stessa Congrega compirà in quegli anni una trasformazione difficilmente reversibile, proponendosi come ente costruttore e gestore di grandi complessi di case popolari, che vanno ad aggiungersi ai beni pervenuti da eredità e donazioni. È l’inizio del capitolo più recente delle azioni di housing portate avanti dal Sodalizio.

Gli immobili (456 unità) a destinazione sociale rappresentano il 64,5% del patrimonio di proprietà della Congrega e delle fondazioni amministrate; la quota residua (250 unità e 23 fondi agrari) è finalizzata alla locazione di mercato, ad uso abitativo, commerciale ed agricolo.
Questo corpus abitativo si è via via differenziato nel tempo secondo le opportunità e l’evoluzione delle dinamiche sociali, sia per cogliere le esigenze dell’utenza che per realizzare i programmi di riqualificazione concordati con il Comune di Brescia e altri enti.
A seconda delle tipologie di offerta la individuazione dei locatari e la determinazione dei canoni, a condizioni inferiori rispetto a quelle correnti, segue criteri articolati ed oggettivi, stabiliti per autonoma decisione della Congrega o secondo le procedure e i parametri sottoscritti a seguito di contribuzione pubblica, ma sempre con un’attenta considerazione del profilo sociale degli interventi.