A San Polo nasce “Casa Agape”

“Casa agape” si chiamerà così il nuovo complesso abitativo gestito dalla Congrega al civico 231 di via San Polo a Brescia. Il nome è l’omaggio riconoscente che si intende rivolgere all’Associazione di consacrate “Agape”, che nel luglio 2022 ha donato il fabbricato.

Le sorelle riunite nell’Associazione Agape, una comunità di vita religiosa femminile, proprio nell’edificio di San Polo hanno offerto accoglienza e aiuto a minori in difficoltà e anziani soli, abbinando a questo servizio al prossimo l’animazione di una casa di spiritualità.

Agape è sorta attorno alla carismatica figura di don Giulio Scolari, che dal 1974 sino alla morte nel 1992 fu parroco a San Polo. Questo sacerdote bresciano, nato a Frontignano nel 1927, fu prima curato a Travagliato e poi in diverse altre parrocchie (Montecchio di Darfo, Pontoglio e Sant’Agata in città). Nella sua attività pastorale l’8 dicembre 1960 don Giulio apriva a Gorzone una casa di accoglienza per sacerdoti anziani, fanciulli e bambini in difficoltà, col nome di “Casa della Fiamma” affidandola a delle consacrate, esperienza che poi proseguì con l’approdo a San Polo.

Con la donazione disposta a luglio 2022, è consegnato alla Congrega il compito di continuare queste finalità caritative secondo le esigenze e i segni dei tempi.

D’intesa con l’Associazione Agape i cinque appartamenti, risultanti dalla ristrutturazione compiuta a cura e spese della Congrega, saranno in parte destinati ad housing sociale per alcune famiglie fragili e in parte adibiti alla sede dell’Associazione Progetto Itaca Brescia impegnata per la salute mentale.

“La generosità delle sorelle dell’Associazione Agape – dichiara il Presidente della Congrega Franco Bossoni – è la conferma di una lunga tradizione di fiducia da parte della città nei confronti del nostro Sodalizio. Risale al Cinquecento il primo documento in nostro possesso che attesta la donazione da parte del bresciano Pietro Trivino della propria casa posta nell’odierna via Monti perché la Congrega la impieghi per le famiglie meno abbienti. Possiamo continuare e far crescere la nostra azione caritativa solo con l’aiuto di tutti”.