Nel cuore del parco del Mincio

Nel cuore del parco del Mincio

Dalla terra un sostegno per aiutare. Gli affitti agrari rappresentano una parte importante della rendita immobiliare che alimenta la beneficenza della Congrega e della Fondazione Bonoris. Nei secoli scorsi la dotazione rurale era tra i cardini dei patrimoni e di conseguenza anche delle eredità e dei lasciti pervenuti al Sodalizio. Oggi il settore ha subito molteplici trasformazioni e i fondi agricoli di proprietà della Congrega si concentrano nel parco del Mincio, alle porte di Mantova, e nella Bassa Bresciana, alla confluenza tra l’Oglio e il Mella.

In questo contesto s’inserisce la proprietà della Fondazione Bonoris, a quattro chilometri dal centro storico della città di Gonzaga. Molto suggestiva dal punto di vista naturalistico, l’antica tenuta del Conte Bonoris comprende un’area di 1.900 biolche (600 ettari) suddivisa in dieci corti, con molti edifici che, in ragione delle mutate esigenze produttive, hanno cambiato destinazione. Così, accanto ai prati stabili e alle stalle in cui si produce il latte per il Grana DOP, sono nati diversi progetti sociali, in collaborazione con la Caritas diocesana e con alcune associazioni: dal piccolo maneggio con attività di pet therapy alla riconversione per housing sociale delle case coloniche, non più necessarie ad alloggiare la manodopera.

Due le costanti sviluppate in quasi un secolo nella strategia gestionale della Fondazione Bonoris: l’attenzione alla salvaguardia del patrimonio e l’importanza attribuita al rapporto con le famiglie degli affittuari, gli agricoltori, custodi del territorio e in molti casi promotori di investimenti significativi.

Agricoltura eallevamento
La bassa pianura mantovana, dopo il nucleo urbano antico e i quartieri periferici, è caratterizzata da aree agricole coltivate intensamente, nelle quali colture cerealicole e industriali si alternano al prato di erba medica. Negli ultimi anni il tradizionale prato stabile è stato progressivamente sostituito da altre colture foraggere, a partire dal mais e dalla soia.

Se l’importanza del prato è storicamente legata all’allevamento della vacca da latte e alla produzione di Grana Padano DOP, l’industria lattiero-casearia alimenta in maniera significativa l’allevamento del suino pesante, le cui carni sono destinate alla produzione di prosciutto, salame, cotechino, salamella, “gras pistà”, “pistùm” e greppole, secondo le ricette tradizionali della norcineria mantovana.

Il latte rappresenta la quota maggiore tra le voci di produzione delle aziende nelle Corti della Fondazione Bonoris ed è conferito alla Latteria Sociale Mantova, con sede a Porto Mantovano.

Riconversioni ad uso sociale

In seguito alle mutate esigenze produttive sopraggiunte negli ultimi decenni, gli edifici di due delle dieci Corti sono stati recentemente ristrutturati e riconvertiti ad uso sociale. Si tratta di Corte Gombettino e Corte Bettola, che oggi ospitano comunità familiari e appartamenti destinati ad housing sociale, in collaborazione con la Caritas di Mantova e diverse associazioni del territorio.

A Corte Gombettino da alcuni anni trovano sede gli appartamenti in comodato d’uso all’Associazione Abramo onlus, per nuclei in difficoltà, e la comunità familiare di accoglienza Tre Civette, che nel solco dell’Associazione Solidarietà Educativa offre ospitalità e aiuto a bambini e ragazzi. Poco oltre, a Corte Bettola, risiedono una seconda comunità familiare, denominata K2 e facente capo alla Cooperativa sociale Alce Nero, e cinque famiglie, che condividono un percorso abitativo attentamente seguito dalla Caritas di Mantova.

La struttura di Corte Bettola ha il fascino delle cascine lombarde, ma con la particolare fisionomia mantovana: si presenta come tipica corte aperta, formata da una abitazione colonica alla quale è affiancato il rustico, adibito a stalla e fienile; sul lato opposto si erge la barchessa porticata per la rimessa degli attrezzi. Gombettino conserva invece un’aia sulla quale si affaccia la casa padronale, sede della comunità. Il recupero dei fabbricati è iniziato nel 2011, tra le iniziative per il 150mo anniversario della nascita di Gaetano Bonoris.

Le corti

Agli inizi del XX secolo le tenute mantovane del conte Bonoris erano affittate a venti famiglie, che risiedevano nelle corti e svolgevano attività agricola al loro interno. Oggi il numero degli affittuari si è ridotto a sette, dal momento che le aziende agricole hanno dovuto ampliarsi in maniera considerevole per continuare a essere sostenibili: nel mantovano è sempre più difficile gestire imprese che abbiano a disposizione meno di 300 biolche, cioè circa 90 ettari.

Nell’ambito del patrimonio fondiario della Fondazione Bonoris, tale processo di allargamento dei poderi potrebbe proseguire anche nel prossimo futuro, raggiungendo un livello di circa 350-400 biolche per affittuario, visto che diversi imprenditori sono ormai prossimi alla pensione e non hanno eredi che intendano raccoglierne il testimone.

Le Corti di proprietà della Fondazione Bonoris sono attualmente dieci, di cui sette funzionanti come aziende agricole, due dedicate ad attività di tipo sociale e una in disuso.