Una casa per i bambini
Una casa per i bambini
La Fondazione Santa Marta propone alle famiglie la gestione di una scuola materna e di un doposcuola in via Pietro Marone a Brescia. Il centro, ancora noto come “il Santa Marta” dai tempi in cui aveva la forma di istituto, accoglie ogni giorno 110 bambini dai 3 ai 10 anni.
Oggi sono 50 i bambini che frequentano le due sezioni della scuola dell’infanzia Santa Marta, una paritaria convenzionata dal Comune e gestita da laici ma con una salda impronta religiosa. I piccoli possono rimanere nell’istituto dalle 7.30 alle 18.15, grazie alla presenza di quattro insegnanti, due per il turno mattutino e due per quello pomeridiano.
Il servizio di doposcuola, invece, accoglie 60 bambini dalla prima alla quinta elementare. In questo caso il tempo di permanenza è dalle 13 alle 18 e prevede, oltre al pranzo, aiuto compiti e gioco, con la supervisione di tre insegnanti.
La struttura è dotata di un ampio giardino e di una mensa interna, che adegua il menu alle esigenze specifiche di ogni bambino grazie alla gestione attenta della cuoca, dell’aiuto cuoca e di due ausiliare addette alla costante igienizzazione degli ambienti.
La fondazione si è costituita nel 1992, dopo che l’omonima Opera Pia fu depubblicizzata: tre consiglieri sono nominati dalla Congrega e dalla Fondazione Guido e Angela Folonari, uno dal Comune di Brescia e uno da Fism (Federazione Italiana Scuole Materne).
L’istituto Santa Marta sorge nel 1915 per iniziativa del cappellano delle carceri di Brescia don Giuseppe Marella in un terreno non lontano da Canton Mombello. Il 17 maggio 1922 viene riconosciuto come Opera Pia Casa Lavoro: un luogo nato per accogliere le «giovani povere e bisognose da indirizzare alla riabilitazione civile e morale». Si tratta delle «pericolanti» o «ragazze di strada», che vengono portate in via Marone dalla Questura e affidate alle cure e all’educazione delle suore di Santa Marta.
Nella parte vecchia dell’edificio, invece, c’è il convitto delle giovani sarte, con un laboratorio di maglieria. Da questa specifica attenzione all’universo femminile è naturale l’approdo all’accoglienza dei bambini: al convitto del Santa Marta, ancora gestito dalle suore, viene affiancata una scuola dell’infanzia a orario prolungato e un semi convitto (oggi doposcuola) per le elementari, due soluzioni pensate per le madri lavoratrici volte a garantire un sostegno educativo ai loro figli: gran parte degli anni ’70 sono rivolti soprattutto alle famiglie italiane emigrate al nord e prive di reti parentali.
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