La Fondazione Guido e Angela Folonari a sostegno dei Centri di Aggregazione Giovanile

La Fondazione Guido e Angela Folonari, dedita al sostegno dei minori delle famiglie meno abbienti, sostiene l’opera del Centri di Aggregazione Giovanile parrocchiali, consapevole del servizio di qualità da essi offerto.
Attraverso il concorso “Datti da fare”, arrivato quest’anno alla settima edizione (qui tutte le informazioni) e in pieno svolgimento, si vuole offrire concreto sostegno alle parrocchie e agli educatori professionali impegnati in un’attività di supporto alle famiglie, che si traduce anche in un’azione di prevenzione del disagio giovanile. L’assistenza nello svolgimento dei compiti, l’attività ludica e ricreativa, la realizzazione di laboratori di vario genere per scoprire e valorizzare talenti e coltivare interessi, secondo una progettazione condivisa dalle famiglie, costituiscono un’offerta che la collettività deve garantire ai suoi cittadini più giovani.

È del tutto evidente – afferma il prof. Martino Mattei, curatore del progetto e confratello della Congrega – che di fronte agli episodi di assenza di senso civico e d’intolleranza che si sono manifestati soprattutto negli ultimi anni anche nella nostra città, la risposta va cercata in un’azione educativa finalizzata a favorire la socializzazione, l’autostima personale e, tenuto conto del tessuto sociale, l’integrazione. Un’alta percentuale di chi frequenta i C.A.G., soprattutto quelli del Centro Storico, è costituita, infatti, da bambini e ragazzi nati a Brescia, ma di origine straniera.

Quest’anno, in occasione della nomina a “Capitale della Cultura”, è stata avviata una collaborazione con la Fondazione Brescia Musei finalizzata a consentire ai giovani frequentatori dei Centri di avvicinarsi al patrimonio culturale della città.
I C.A.G. potranno visitare i musei della città guidati dai loro educatori e dalle loro educatrici. Anche questa iniziativa consentirà di favorire la conoscenza del territorio nel quale si vive, coltivare e valorizzare il gusto del bello e sostenere il processo d’integrazione per i ragazzi di origine straniera che sono i principali fruitori dei centri.


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